venerdì 16 novembre 2007

Lezioni VIII e IX (a.a. 2007-08)

Prima di affrontare altri autori relativi all’antologia, sono stati introdotti i principali temi introduttivi al volume “Il foglio e lo schermo”.
In particolare, si è cominciato a discutere del tema di fondo che percorre il libro: le conseguenze sociali della nascita e del tramonto della scrittura, con particolare riferimento alle trasformazioni inerenti la memoria e l’identità.

Una prima serie di spunti significativi sono stati evidenziati a partire dall’analisi dell’opera (letteraria e cinematografica) “Fahrenheit 451” (di cui è consigliata la visione), così come viene presentata nel testo (pp. 7-11)
(Per ulteriori approfondimenti può essere utile anche un’occhiata alle riflessioni e ai commenti emersi a seguito della lezione (a.a. 2006-07) dello scorso 28 maggio presente su questo blog)

Le altre questioni discusse possono essere inoltre approfondite facendo riferimento ai capitoli I e II (pp. 13-17 e 19-30) del volume, che si raccomanda di studiare bene.

Per quanto riguarda gli autori dell’antologia, sono stati presi in considerazione, nel corso di queste due lezioni, Joshua Meyrowitz e Philippe Breton.

Dopo aver ripreso quelli che sono i riferimenti teorici (Mc Luhan e Goffman) di base utilizzati da Meyrowitz nel suo saggio (Oltre il senso del luogo), sono stati presentati i concetti principali ripresi dal suo lavoro:

- Struttura delle Situazioni Sociali
- Geografia Situazionale
- Sistema informativo (e capacità di “accesso alle informazioni”)
- I media e il rapporto tra scena e retroscena nell’interpretazione dei ruoli sociali

Per approfondimenti cfr. Bifulco-Vitiello, pp. 67-78


Breton (pp. 188-199 dell’antologia) è stato inserito a questo punto del programma in quanto ridiscute e ripropone, con opportune ed originali critiche, alcune questioni presenti negli approcci connessi al determinismo tecnologico.

Il suo principale saggio (L’Utopia della comunicazione) è fondato su di una semplice domanda: perché oggi si parla tanto, e in modo sempre connotato positivamente, di comunicazione? Quali sono stati i processi sociali e tecnologici che hanno condotto alla formazione di quella che viene definita “società della comunicazione”?

Nelle risposte a queste domande si evince che il solo determinismo tecnologico risulterebbe insufficiente a spiegare il fenomeno. Gli indicatori presi in considerazione dal ricercatore francese

La storia della comunicazione moderna fa risalire al secolo dei Lumi e successivamente al XIX secolo la nascita di una sensibilità molto forte per la comunicazione e per le speranze ad essa connesse. A quell’epoca si può anche far risalire l’idea secondo la quale lo sviluppo dei media e della libertà di comunicazione rappresentano le condizioni essenziali del progresso dell’intera società.
Più tardi però – anche se su quello stesso filone – si è sviluppata una corrente di pensiero di impostazione utopistica che ha fatto della comunicazione l’asse centrale della riorganizzazione della società.
Tuttavia è però necessario chiedersi – secondo Philippe Breton – in che modo la società della comunicazione ha sostituito quelle che l’hanno preceduta, quali sono stati i processi culturali e sociali che l’hanno accompagnata, quali i suoi effetti e, infine, in quali altri modi essa si potrà riciclare.

Numerosi indicatori fanno intravedere nessi sotterranei che possono mettere assieme le due guerre d’inizio secolo che hanno così profondamente scosso le coscienze collettive, e la formazione di una nuova utopia, che nasce proprio – è questa la sua tesi – come un serio tentativo di risposta al fallimento incombente della società dell’epoca. È proprio nell’inquieta prima metà del ventesimo secolo che infatti si genera l’idea della “società della comunicazione”. Più precisamente, gran parte dei paradigmi sulla comunicazione emergono a partire dagli anni ‘40, periodo che segna anche, e non è un caso, il definitivo precipitare del conflitto mondiale “nella barbarie” più assoluta.

Il progetto utopico – nato nel periodo più buio della storia europea e in reazione ad esso – viene individuato nella comunicazione, e quest’ultima viene presentata, con tutte le sue strabilianti tecnologie e i suoi nuovi strumenti, come un superiore rimedio a tutte le disfunzioni sociali. Un valore alternativo alla barbarie, al razzismo e all’esclusione.
Sembra oramai assodato che i mutamenti contemporanei avvenuti nella nostra società vengano messi in moto da questo progetto, e che la società della comunicazione sia per molti aspetti “un mito”.
Nel volume citato, Breton attua innanzitutto una ricognizione delle radici dell’ideologia della comunicazione che egli fa risalire ai lavori dei primi cibernetici, individuando in essi la formazione di tale idea, dei dispositivi e anche i suoi effetti perversi. Il ricercatore francese parte dal presupposto che la caratterizzazione comunicativa sia un valore-cornice della nostra epoca, anche se la situazione attuale non è del tutto nuova. D’altronde il comunicare e l’elaborare tecniche destinate a questo scopo, si presentano come una costante antropologica e come un quadro di pratiche fortemente connesso a contesti storici. Sembra anche banale doverlo ricordare, ma la comunicazione e le sue tecniche sono aspetti costitutivi dell’umanità e, per quanto primitivo fosse, l’uomo della preistoria, egli dedicava senza dubbio una buona parte delle sue energie non solo a comunicare, ma anche a “riflettere” su come far funzionare la comunicazione.

L’ipotesi secondo la quale la base stessa dell’umanità si trovi e si sviluppi proprio in quella forma di “riflessione” non è affatto priva di fondamenta, per quanto speculativa possa sembrare. Da questo punto di vista l’uomo è un essere comunicante, in parte strutturato da una sorta di pulsione ad esteriorizzarsi, ad “uscire da sé”, che lo anima. Proprio su questa costante antropologica si sarebbe strutturato il sistema sociale, ampliando sempre di più le possibilità umane e così trascendendo i limiti corporei.
Fondamenti della modernità simulano questo sistema iniziale, ovviamente perfezionato con alta tecnologia, ma i contenuti essenziali si fanno derivare però da quel crogiolo iniziale, da quella svolta cruciale del secolo di cui le due guerre mondiali sono l’espressione visibile. L’origine ed il successo della nuova “società della comunicazione” costituirebbero la reazione e la ridefinizione costitutiva della modernità. Originatosi nei tormenti di una lunga guerra mondiale e nei soprassalti di un drammatico degrado del legame sociale, il ricorso universale alla comunicazione si lega così a specifiche circostanze storiche, che gli conferiscono senso e portata sociale.

Secondo Breton tre grandi tappe ne segnano lo sviluppo, uno sviluppo che, a partire proprio da quegli anni, coinvolge tutta la società in una spirale nel contempo unificante e generalizzante.

La prima tappa va a collocarsi in seno alla nascita della Cibernetica, disciplina o per meglio dire insieme di discipline, esplicitamente votate alla ricerca delle leggi generali della comunicazione, sia che interessino fenomeni naturali, sia che riguardino le macchine, gli animali, gli uomini o le società. Loro obiettivo è la costruzione di un campo interdisciplinare che unifichi sotto lo stesso nome un insieme di fenomeni già noti, nei campi della neurofisiologia, della telefonia, della matematica, della fisica e dell’antropologia. Lo sviluppo della Cibernetica ha portato alla nascita della nuova nozione di comunicazione e a una reinterpretazione del campo disciplinare. Norbert Wiener, uno dei fondatori di questa rete iniziale, sottolinea con la sua esplicita volontà l’estensione della nozione di comunicazione al campo d’analisi e poi dell’azione politica e sociale.

Parallelamente, l’uso di questa nozione continuava a svilupparsi e ad arricchirsi, ad esempio con la teoria dell’informazione di Shannon, che diviene la seconda tappa fondamentale per l’epistemologia contemporanea, risolvendo i fenomeni in reti di relazioni.

Tuttavia l’immediato dopoguerra si pone come terza e decisiva fase, non intesa a livello lineare o cronologico, nella storia della comunicazione moderna, che si compie in un rapporto diretto con l’evoluzione della società occidentale, segnata in profondità dal secondo conflitto mondiale. Qui nasce un’esigenza di riscatto, determinata da una perdita di punti di riferimento e testimoniata da questa rovinosa condizione del dopoguerra dove: “tutto viene messo in discussione”.
È in quest’ottica che lo sviluppo dei mezzi di comunicazione appare come priorità; promuovendo nuove concezioni, in cui questo sviluppo figura come una necessità funzionale al sistema, fornendone un quadro di apertura globale.
Accanto alla crisi ideologica si pone, nello stesso tempo, l’esigenza di un valore che sia motore trainante per il mutamento di una società basata proprio sulla trasparenza comunicativa: “ormai nulla deve accadere in un angolo oscuro dell’umanità, così non esisterà più l’oscuro segreto nel quale è stato preparato il genocidio nazista”.

La comunicazione, trasparente ed immanente che soddisfa bisogni sociali, diventa un’ossessione che costituisce una risposta perfetta alla crisi del ventesimo secolo.
L’originalità di questo nuovo paradigma della comunicazione è testimoniata da un nuovo modo di fare scienza, da una nuova definizione dell’uomo, dall’introduzione di alcune nozioni che hanno alimentato le nuove teorie delle scienze della comunicazione.
Wiener, precursore di tale paradigma, critica dapprima il metodo funzionale delle scienze classiche, sostenendo che non è soddisfacente poiché si interroga esclusivamente sul contenuto dei fenomeni di cui la scienza si occupa sul versante interno degli oggetti: “Le relazioni che si interporranno tra i fenomeni contano più di ciò che essi sono”. Breton pone l’attenzione su questo presupposto, considerando le relazioni esistenti tra i fenomeni non come un aspetto tra gli altri, bensì come integralmente costitutive della modalità d’esistenza dei fenomeni stessi. Egli individua così la genesi di una tesi molto forte, specialmente dal punto di vista epistemologico, che reinterpreta la realtà in termini di informazione e comunicazione, proponendo una nuova visione del mondo globale e unificante, organizzata attorno al punto focale della comunicazione, tale da sfiorare tutte le discipline e contenente in germe la trasformazione della comunicazione in un valore di ampia portata sociale e politica.


La novità di questa nuova concezione non risiede nel fatto che vengono posti in scena Informazione e Comunicazione, quanto piuttosto nel fatto che lo scambio di informazioni e relazioni è integralmente costitutivo dei fenomeni sia naturali che artificiali.

Per Breton i lineamenti dell’uomo comunicante, le sue caratteristiche, la sua “natura” sono iscritti nel modello disciplinare della Cibernetica, “scienza dei comandi, unificati, dei controlli dell’uomo e delle macchine”.
Attraverso la comunicazione – “ogni organismo è la somma delle informazioni che può scambiare nelle reti in cui può entrare”. Là si colloca l’idea che: “nella nuova società tutto è comunicazione”, costituendo la base di un discorso che possiamo definire utopico e che approfondiremo nelle prossime lezioni.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se non sono originale il prof. mi piace in tutti i sensi

Anonimo ha detto...

Gentile Professore,volevo sapere una cosa:sono iscritta al secondo anno con 33 crediti,me ne mancano altri tre(che devo prendere nella sessione di febbraio)per poter iniziare a fare gli esami del secondo anno;volevo chiederle se potevo comunque fare la sua prova intercorso,e nel caso la superassi,se potevo poi dare il suo esame dopo ovviamente aver recuperato i 3crediti che mi servono a febbraio,mi faccia sapere cortesemente...Grazie mille..

Unknown ha detto...

Prof quando guardiamo il film?

Anonimo ha detto...

Non si capisce niente, Prof. per favore, può specificare se il libro è SociologiA della comunicazione ( Scalamonti-Pecchinenda ) o SocioloGI della comunicazine ( Bifulco-VItiello ) ???????

Non corrispondono le pagine del libro SociologiA della comuncazione, quindi sono pagine dell'altro manuale che ha sostituito con SocioloGI della comunicazione ???

Quanti libri si portano ?????????????????????????????????????????

Anonimo ha detto...

Il libro e' SOCIOLOGI DELLA COMUNICAZIONE,ha la copertina arancione di Bifulco-Vitiello,il vecchio e' grigio....

Anonimo ha detto...

Allo scritto si portano Bifulco-Vitiello (Sociologi della Comunicazione) e Cavicchia- Pecchinenda (Il Foglio e lo Schermo).

All'orale si portano La morte e Videogiochi

Anonimo ha detto...

ragazzi,sapete qualcosa sulla prova intercorso?????????

Anonimo ha detto...

Scusatemi ma i riferimenti che il professore fa su alcune lezioni, non corrispondono con nessun lbro!! Come è possibile ?? Poi ci sono riferimenti a sociologia della comunicazione, che non si dovrebbe portare ??? Che significa ??? Molte delle pagine degli approfondimenti non corrispondono con nessuno dei libri !!!! Come bisogna fare ??? Non voglio sembrare sgarbato intendiamoci, ma sto impazzendo con tutti questi libri:)

Un'ultima domanda : allo scritto si porta il foglio e lo schermo e i4/5 autori di sociologi della comunicazione ???

Grazie mille anticipatamente!!!

Anonimo ha detto...

mi rivolgo al prof. o a chi gentilmente sappia rispondermi: è possibile sapere a quale libro i riferisce quando cita i capitoli I e II (p.13-17 e 19-30)?! grazie 1000 a chi ha la cortesia di rispondermi!

Anonimo ha detto...

Ragazzi se le pagine nn corrispondono e' perche' voi avete il libro ''SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE''(che e' vecchio e lo portavano i ragazzi che hanno fatto l'esame a novembre)per noi nuovi iscritti il libro e' ''SOCIOLOGI DELLA COMUNICAZIONE''che ha la copertina arancione...ora scusate...cn precisione qualcuno sa dirmi cosa si porta per la prova intercorso?che libri?Grazie_

Anonimo ha detto...

Professore mi scusi,nn ho ricevuto una sua risposta,volevo sapere:ho 33crediti,nella sessione di febbraio facendo un esame del primo anno arrivo a 39crediti e posso cosi' fare gli esami del secondo anno,volevo sapere se pur avendo 33 crediti potevo fare la sua prova intercorso e dopo aver recuperato i 3 crediti mancanti a febbraio fare poi il suo esame,mi faccia sapere.Grazie mille_

Anonimo ha detto...

Gentile Professore,volevo sapere una cosa:sono iscritta al secondo anno con 30 crediti per poter sostenere la sua prova interkorso è importante che ne abbia raggiunti 36 oppure no...??e nel kaso l'esito sia positivo l'orale posso sostenerlo cm tutti gli altri oppure nella sessione straordinaria di aprile..?? mi faccia sapere garzie

Anonimo ha detto...

ma quando ci sara la prova intercorso??...qualcuno mi delucida per favore.....

Anonimo ha detto...

Gentile professore io oggi non sono potuta venire al corso, ma mi hanno riferito che la prova intercorso si terrà il giorno 13 Dicembre. Nello stesso giorno però ci sarà anche la prova di sociolinguistica e non credo di essere l'unica ad avere questo problema. Non si potrebbe risolvere in alcun modo se ovviamente anche gli altri colleghi avessero il mio stesso problema? Grazie.

Anonimo ha detto...

Gentilissimo professore, le faccio presente quanto sia estremamente interessante seguire le vostre lezioni, peccato che durino solo due ore, perchè starei ore ad ascoltare la sua "calda" voce.
Non può immaginare che effetto produce il suo fascino da intellettuale su di noi. Attendo con trepidante impazienza di poter seguire la prossima lezione.

Anonimo ha detto...

Anche io, come scritto già in precedenza da un mio collega, non sono ancora al secondo anno per la mancanza di pochi crediti, posso comunque sostenere la prova intercorso e dare l'esame alla sessione successiva congelando il voto?
La prego di rispondere, anche in aula. Ne approfitto per salutarla e ringraziarla anticipatamente

Anonimo ha detto...

Gentile professore, volevo sapere se la prova intercorso, nel caso in cui non mi soddisfacesse il voto,potessi rifiutarla.

Anonimo ha detto...

la prova intercorso si farà il 13 dicembre e il prof martedi e giovedi prende le presenze......
inoltre prof le sarei grata se potesse risp alla seguente domanda:io passerò al 2 anno a gennaio,qndi vorrei sapere se è possibile fare la prova..anche xchè ho seguito il corso dall'inizio e continuo a seguirlo!!
la rigrazio per il suo tempo....

Anonimo ha detto...

Ragazzi qualcuno di voi viene dai dintorni di pompei,castellammare di stabia,gragnano o di li?fatemi sapere...

Anonimo ha detto...

raga,per favore potreste dirmi su cosa verterà la prova intercorso?
vi ringrazio immensamente...

Anonimo ha detto...

Gentile professore,
si può sostenere la prova intercorso senza avere le presenze?
purtroppo vari problemi non mi consentono di seguire il corso...scusi per il disturbo e grazie mille,anticipatamente.

Anonimo ha detto...

mah...secondo voi su che cosa verte la prova!!!!!!!!!!!!!!!mah!!!!!!!!!!!!che domande!!!!!!!!!!!!!!la morte e i videogiochi all'orale...qndi cosa rimane????????????gli argomenti sn quelli sul blog..cose che il prof ha spiegtao!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

qualcuno saprebbe gentilmente dirmi se il prof ha dato la data per la prova intercorso...?

Anonimo ha detto...

la prova intercorso si farà il 13 dicembre!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!e si portano 2 libri sociologi della comunicazione e il foglio e lo schermo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!all orale la morte e videogiochi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!kiaro??????????????????????????????????????????????????''

Anonimo ha detto...

è vero..lo stesso giorno ci sarà anke la prova di sociolinguistika..come faremo??dovremmo kiedere al prof a ke ora è la prova e se anke l'ora è la stessa dobbiamo vedere se è possibile farla in un altro orario almeno..