giovedì 7 gennaio 2016

COME SE NIENTE FOSSE

Nel corso di questo mese sarà in tutte le librerie il nuovo libro di Gianfranco Pecchinenda, "Come se niente fosse". 

In anteprima, per i lettori di questa pagina, un regalo: il racconto di apertura del libro
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giovedì 15 ottobre 2015

CALCIO E SOCIOLOGIA

CALCIO E SOCIOLOGIA (VIDEO)




Un culto però del tutto particolare e straordinariamente genuino, è quello che migliaia di adepti visitare ogni anno un piccolo bar situato nel centro antico di Napoli – il Bar Nilo – dove ha sede una vera e propria edicola votiva in cui è custodita una reliquia considerata sacra: il capello originale di Diego Armando Maradona.



A pochi metri da Duomo in cui è custodito il miracoloso sangue di San Gennaro, patrono della città di Napoli, viene infatti quotidianamente esposta al pubblico di turisti, diventato con il tempo sempre più numeroso, una bacheca in cui è conservato il miracoloso capello di Maradona: idea geniale, degna della ricchissima e straordinaria tradizione creativa della napoletanità.



Promossa da diverse agenzie turistiche nazionali e internazionali, fiore all’occhiello di diversi pacchetti pubblicizzati dai tour operators, oggetto di culto e ammirazione, la stoia di questa reliquia è degna di essere narrata.


L’ideatore e promotore di questa iniziativa è il titolare dello stesso bar Nilo, il signor Bruno Alcidi, che mi ha personalmente raccontato le origini della formazione di questo stravagante culto:


Siamo nel febbraio del 1990, ed è in pieno svolgimento il campionato di calcio di serie A – stagione 1989-90. Purtroppo temo non siano pochi i tifosi napoletani che ricorderanno con grande disappunto quella domenica dell’11 febbraio, giorno in cui il Napoli viene agganciato in testa alla classifica dal Milan proprio a seguito di una pesante e bruciante sconfitta per 3 q 0 subita per mano degli odiati rivali rossoneri.


La sera di quella stessa domenica, Bruno Alcidi visse la fortunata coincidenza, che peraltro servì a rendergli certamente meno amaro il triste dopopartita, di ritrovarsi, per il ritorno dalla sua trasferta, sullo stesso volo di linea su cui viaggiavano anche i giocatori della squadra del Napoli.


Tra questi, ovviamente, anche Diego Armando Maradona, subito individuato da Bruno e costantemente tenuto d’occhio durante l’intero corso della traversata.


Alla fine del viaggio, i calciatori del Napoli venivano fatti scendere dall’aereo prima di tutti gli altri viaggiatori, probabilmente anche per farli uscire dall’aeroporto in modo più defilato ed evitare così accalcamenti o inutili resse. Qualche minuto dopo, Bruno e gli altri passeggeri procedevano lentamente in fila indiana lungo il corridoio interno al velivolo. Prima di uscire, Bruno lanciava un’ultima fugace occhiata al sedile fino a pochi minuti prima occupato da Diego. Con la coda dell’occhio si soffermava a scrutare con maggiore attenzione qualcosa, come percorso da un istintivo bisogno di trovare qualche traccia del passaggio di Diego, un qualche oggetto, un segnale, un indizio qualunque che potesse consentirgli di testimoniare di fronte agli amici rimasti a Napoli, ai parenti, ma forse soprattutto a se stesso, quel suo viaggio, quel seuo contatto diretto con l’Eroe, con il Mito.


Improvvisamente Bruno intravede qualcosa di strano, come una piccola macchiolina scura nella parte alta del sedile occupato da Maradona. Si ferma e, incurante delle pressioni degli altri passeggeri alle sue spalle, si avvicina e scorge quelli che gli sembrano essere dei capelli. In effetti si tratta di una piccola ciocca nera, riccia. Non possono essere che i Suoi: i capelli di Maradona.


“Fermi tutti – grida agli amici – aspettate un attimo”. Raccoglie delicatamente il suo trofeo, trattenendo tra l’indice e il pollice della sua mano destra la preziosa ciocca, mentre quasi contemporaneamente individua nella bustina di cellophan che avvolge il suo pacchetto diMarlboro il contenitore più adatto per poterla, almeno momentaneamente, custodire.


Da lì a una settimana sarebbe nata l’idea e sarebbe così cominciata la storia pubblica dell’istituzionalizzazione della bacheca contenente la reliquia, considerata col passar del tempo sempre più sacra: il capello (originale) di Maradona. Prima una piccola teca di legno, poi, a distanza di circa una decina d’anni, la costruzione di una vera e propria edicola votiva, eseguita a regola d’arte da uno dei migliori artigiani operanti nella stessa zona del centro antico di Napoli.


Inutile aggiungere che al salutare Bruno Alcidi, al termine di questa nostra breve chiacchierata relativa alla storia del capello di Diego, con un cenno d’intesa ed un occhiolino appena accennato, egli mi confessa all’orecchio che – “ovviamente” – quelli che vedo nella bacheca esposta al pubblico sono delle copie, i capelli originali di Maradona sono custoditi gelosamente a casa sua…!!!

Gianfranco Pecchinenda, da Maradona - Sociologia di un mito globale”, a cura di Luca Bifulco e Vittorio Dini, Ipermedium libri

giovedì 1 maggio 2014

Narrar para ser



“Tengo cuarenta años y sé que la muerte de un padre es un acontecimiento que deja huella y que habré de inmortalizar, si quiero llamarme escritor.”

lunedì 24 febbraio 2014

Il mio ultimo libro: un omaggio a Emmanuel Bove




Fingere per davvero.
Scritti su Emmanuel Bove e altre menzogne

Gli uomini non vivono solo di verità; hanno bisogno anche della menzogna. Le menzogne dei grandi artisti servono soprattutto a colmare alcune tra le tante insufficienze che caratterizzano le esistenze umane; esse sembrano essere una necessità evolutiva. Emmanuel Bove, uno dei più grandi scrittori del Novecento, è stato uno straordinario interprete degli equilibrismi che i romanzieri devono mettere in atto per raccontare le verità nascoste nel cuore delle finzioni umane. Il punto di partenza delle sue opere di fantasia è quasi sempre la memoria, come a voler ribadire che le cose non sono mai come le vediamo ma come le ricordiamo.





   
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sabato 25 gennaio 2014

LA CONTEMPLAZIONE


Una collaborazione speciale lega l’America del Sud direttamente alla Campania e, in particolare, alla città di Salerno. Si tratta del libro dello scrittore venezuelano Edgar Borges “La contemplazione” che, oltre ad aver vinto il Primo Premio Internacional de Novela Albert Camus, è stato tradotto in italiano dal sociologo napoletano Gianfranco Pecchinenda e che vanta la copertina, per l’edizione italiana, prodotta dalla fotografa di Cava de’ Tirreni Anna Pianura.
“Ho presentato il mio romanzo sia all’istituto Cervantes di Napoli che in alcune librerie di Salerno e ho amato fin dal primo sguardo queste città. Sono luoghi in cui tutto, anche l’oscurità, brilla di bellezza. Ringrazio molto Gianfranco che mi ha anche permesso di conoscere la fotografa Anna Pianura. Potrebbe apparire un luogo comune ma in Campania le donne sono come la loro terra: un punto di partenza che ci richiama sempre” commenta entusiasta Borges.
E sarà anche per l’amore che lo scrittore nutre per questi territori se ha accettato di presenziare nuovamente alla fiera di Roma “Più libri più liberi” che si terrà dal 4 al 6 dicembre nel Palazzo dei congressi di Piazzale Kennedy.
“Ho avuto modo di verificare che tra i lettori italiani c’è un grande interesse per quello che si scrive nell’America Latina – commenta l’autore venezuelano - Tutti gli incontri che ho tenuto in Italia hanno potuto contare un pubblico numeroso e molto partecipativo”.
Ma cosa spinge un autore venezuelano a proporre la sua opera anche in Italia, nonostante l’ampio riscontro già ottenuto nella propria terra? “In America Latina siamo sempre aperti al nuovo; è come se vivessimo giorno dopo giorno alla costruzione di una identità sempre mutevole. Laddove vediamo uno spazio vuoto, siamo disposti a riempirlo. È questo che ci conduce a ricercare nuove forme e nuove direzioni. Non abbiamo paura di proporre. È anche per questo che si affronta il microracconto o qualunque altra espressione letteraria senza timori reverenziali nei confronti delle definizione di genere. Credo che questa temerarietà fa si che non ci sia stanchezza creativa. Il consumarsi della parola e dell’idea è un lusso che la creatività dei latinoamericani non conosce. Nei nostri paesi la vita quotidiana è la migliore espressione di creatività che si possa fornire come esempio” dichiara lo scrittore.
Ed è proprio per questo, probabilmente, che il libro di Borges narra una storia particolare e interessante che si apre con un viaggio alla ricerca della persona amata. La vita del protagonista si intreccerà con una serie di omicidi ai danni di immigrati, omosessuali, emarginati e alle conseguenti indagini della polizia. Lo stesso, inoltre, incontrerà uno scrittore la cui opera, “La contemplazione” appunto, è stata rubata prima della pubblicazione.
Un’opera riflessiva, introspettiva e sorprendente che ha riscosso un notevole successo anche lontano dalla patria natale e a cui seguiranno ulteriori romanzi già in procinto di essere tradotti in italiano.
“In Spagna è stato appena pubblicato il mio ultimo romanzo “La ciclista delle soluzioni immaginarie” che spero venga presto tradotto anche in italiano. Racconta la storia di un burocrate che non sopporta più il suo matrimonio, il suo lavoro e il suo quartiere. Quest’uomo, il signor Silva, scoprirà la salvezza grazie alla comparsa di una ciclista acrobata che è disposta a risvegliare l’immaginazione di chiunque intenda ritornare alla vita. Inoltre – continua il Dtt. Borges - per gli inizi del 2015 dovrebbe essere disponibile in Italia il mio secondo libro: “L’uomo non mediatico che leggeva Peter Handke”.
fonte: link

mercoledì 4 settembre 2013

L'ULTIMO REGALO



Ma quali sono, mi chiedo, i giorni della nostra vita che ricorderemo per sempre? Quali, tra i tanti trascorsi con le persone che amiamo? E perché proprio quelli e non i mille possibili altri?


L'ultimo regalo, Gianfranco Pecchinenda


domenica 16 giugno 2013

IL PRESENTIMENTO



La scrittura come ricerca della giusta distanza da cui poter osservare e interrogare se stessi

Leggere Emmanuel Bove (VIDEO)

giovedì 28 febbraio 2013

SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA

Sociologia della Conoscenza  




I - La sociologia della conoscenza: storia, oggetto, metodi. La definizione del campo disciplinare: dalle origini a Berger e Luckmann, la realtà come costruzione sociale.


II - Antropologia e conoscenza. I fondamenti biologici e sociali della conoscenza umana: le questioni epistemologiche dall'antropologia filosofica ai giorni nostri.

III- Conoscenza scientifica e conoscenza artistica: la narrazione del sapere.

IV - Conoscenza e Identità: la questione del doppio.










TESTI DI RIFERIMENTO:

Gianfranco Pecchinenda, Lo stupore e il sapere. Lezioni di sociologia della conoscenza, Ipermedium libri 2013 (il testo sarà disponibile a partire dal mese di aprile 2013)

Paul L. Landsberg, Teoria sociologica della conoscenza, Ipermedium libri 2003

Antonio Camorrino, Dal cosmo al caos, Ipermedium libri, 2012

Paul Yonnet, La ritirata della morte. L'avvento dell'uomo contemporaneo, Ipermedium libri 2011